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I martiri del 1° Maggio

Si ci siamo, il primo maggio è alle porte quindi via con lo sfoggio di magliette rosse e bandiere del Che. In voga sin dalla fine dell’800 all’epoca si festeggiavano piccole cose tipo non lavorare 18 ore filate o non farsi ammazzare quando si scioperava. 

Gli americani, da sempre appassionati di armi e cristiani veri, sanno benissimo che non esiste penitenza senza peccato e quindi prima sparano e poi si pentono. Breve storia triste di come nasce la festa dei lavoratori. 

Infatti, parte tutto dalla rivolta di Chicago del 1886, in cui persero la vita diversi lavoratori ed anarchici americani, che poco dopo si vendicarono uccidendo diversi poliziotti che uccisero altri manifestanti etc etc etc. 

Finì che poi diversi anarchici furono giustiziati e quindi il presidente dell’epoca Cleveland, pensò bene di creare una giornata apposita per commemorare le vittime ma visto che anarchico suonava brutto, andò a ripescare un’antica organizzazione dei cavalieri del lavoro. Perché i massoni sono sempre piaciuti.  

Sebbene sia facile ai giorni d’oggi giudicare la violenza e giustamente, andare verso un concetto di non violenza e non prevaricazione, non possiamo però prescindere nell’utilizzo della nostra voce e dei nostri diritti, di cui le manifestazioni sono parte. 

Come all’epoca, anche oggi è facile per i media, i politici e le persone che vogliono prevaricare, dire la loro o persino mentire pur di manipolare la realtà e Marc Bloch ci insegna che la memoria è una brutta bestia in quanto un ricordo si può plasmare a piacimento. 

Bloch, il nostro caro storico ebreo che non c’era per nessuno quando stava nello studio, tranne che per i contadini che sicuro avevano la weeda, ci dice anche altro; ovvero che la memoria modifica passato e presente; mentre la storia lo reintegra.

Il primo maggio, è una giornata storica internazionale che nasce da persone che hanno sacrificato la loro vita per portare a casa la pagnotta. Dai poliziotti, agli anarchici e perfino manifestanti sono morti ed a prescindere dal nostro schieramento politico, dovremmo essere ben lungi dal giudicarli o prendere parti e posizioni. 

Anche se il primo sciopero documentato risale al 1150 a.c. in Egitto, i Martiri di Chicago hanno pronunciato delle parole importanti prima di essere impiccati. Parole di anarchici, ma che lo erano in un periodo storico dove eccesso doveva combattere eccesso e quindi ci stava. 

I martiri di Chicago e tutte le persone morte negli scontri, sono il motivo di questa giornata e come tutte quelle principali, non nascono a caso ma sono un lascito che sta a noi interpretare con consapevolezza. 

Parsons, la cui agonia fu terribile, riuscì a malapena a pronunciare le parole «Fate sentire la voce del popolo!», prima che il boia stringesse il laccio intorno al suo collo. 

Spies invece, anche lui in attesa del patibolo disse «Salute, verrà il giorno in cui il nostro silenzio sarà più forte delle voci che oggi soffocate con la morte!»

Alcune persone sacrificano e si sacrificano per il bene comune, alcune di esse fino a morire per degli ideali ed è grazie a loro, se questi tasselli di democrazia sono arrivati fino a noi, perché le loro voci e le loro testimonianze sono storia dopo la memoria.  

Non informarsi o peggio, non far sentire la propria voce all’occorrenza, significa perdere e dimenticare i nomi di chi si è sacrificato per noi quindi perché cazzo dovete essere così stronzi ogni volta!?!?  

Quest’anno quindi andate come al solito a fare i balordi senza pensare a niente, però tra un bicchiere e l’altro versatene un poco nella terra a memoria di chi ha permesso tutto ciò. Remember their  name, keep history alive.

Mi raccomando lamentatevi sempre con i vostri capi, minacciandoli di vertenza ogni volta che potete e solo per oggi: HOCH DIE ANARCHIE!

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